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    Boswellia - Incenso
    1 Novembre 2017
    Boswellia serrata La Boswellia serrata è un albero di dimensioni medio-grandi della famiglia Burseraceae (genere Boswellia), che cresce nelle regioni montuose secche dell’India, dell’Africa settentrionale e del Medio Oriente. La droga è costituita dalla resina che viene prelevata dall’incisione praticata sul tronco dell’albero e  quindi conservata in contenitori di bambù appositamente fabbricati. Successivamente la gomma viene sminuzzata e durante questo processo tutte le impurità vengono eliminate manualmente. La resina viene generalmente raccolta per tutto il tempo dell’estate e dell’autunno dopo che l’albero è stato inciso nel periodo che va da marzo ad aprile. La Boswellia produce la sua preziosa resina di buona qualità solo per tre anni. Dopo tale periodo, la qualità della raccolta della resina diminuisce considerevolmente, l’albero viene pertanto  lasciato a riposare per alcuni anni dopo il periodo della raccolta. Le resine oleo-gommose contengono il 30-60% di resina, il 5-10% di oli essenziali, solubili nei solventi organici, mentre il resto è costituito da polisaccaridi. Gli estratti della resina di Boswellia  sono stati tradizionalmente utilizzati in medicina popolare per secoli al fine di curare varie malattie infiammatorie croniche. La parte resinosa della Boswellia serrata possiede monoterpeni, diterpeni, triterpeni, acidi triterpenici tetraciclici e quattro triterpeni pentaciclici maggiori  cioè acido β-boswellico, acido acetil-β-boswellico, acido 11-cheto-β-boswellico e acido acetil-11-cheto-β-boswellico, responsabile dell’inibizione degli enzimi pro-infiammatori. Di questi quattro acidi boswellici, l’acetil-11-keto-β-boswellico  è il più potente come inibitore della 5-lipossigenasi, l’enzima responsabile dell’infiammazione. Poiché la Boswellia è sempre più sotto i riflettori dell’interesse della comunità scientifica, numerosi studi indagano costantemente nuove applicazioni di questa pianta ed evidenze precliniche hanno addirittura portato a supporre una promettente azione chemopreventiva a livelli che implicano anche meccanismi epigenetici.   BIBLIOGRAFIA Sharma RA, Verma KC. Studies on gum obtained from Boswellia serrata Roxb. Indian Drugs 1980;17:225. Gangwal ML, Vardhan DK. Carbohydrate contents of Boswellia serrata. Asian J Chem 1995;7:677. Howes FN. Age-old resins of the Mediterranean region and their uses. Econ Bot 1950;4:307-16 Shen Y. Takahashi M, Byun HM, Boswellic acid induces epigenetic alterations by modulating DNA methylation in colorectal cancer cells. Cancer Biol Ther. 2012 May;13(7):542-52 Pawar RK, Sharma S, Singh KC, Sharma RK. Physico-chemical standardization and development of HPTLC method for the determination of β-boswellic acid from Boswellia serrata Roxb. (exudate). Int J App Pharm 2011;3:8-13. Chatterjee GK, Pal SD (1984) Search for anti-inflammatory agents from Indian medicinal plants. Indian Drugs 21: 413–419
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    Angelica archangelica
    3 Novembre 2017
    E’ una pianta erbacea, caratterizzata da frutti oblunghi ed odore aromatico caratteristico, diffusa in tutta l’Europa. La droga è costituita dalla radice, dai frutti e dalle foglie fresche che contengono l’olio essenziale. Contiene principi attivi che promuovono l’eliminazione di gas dallo stomaco e dall’intestino, favoriscono la digestione con azione tonica sulla parete gastrica.
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    Ananas Comosus
    4 Novembre 2017
    Pineapple L’Ananas è stato utilizzato per secoli nella medicina popolare come digestivo, cosmetico e cicatrizzante, ha un effetto digestivo e vi sono evidenze del fatto che abbia attività antinfiammatoria ed anticancerogena. E’ una pianta ricca di enzimi il principale dei quali è la bromelina. La sua attività è dovuta alla capacità di idrolizzare le proteine a oligopeptidi ed aminoacidi. Essendo un composto attivo in un range di ph abbastanza elevato (ph3-10) è difficilmente inattivata dall’acidità gastrica. Contiene una buona quantità di mono e disaccaridi solubili ( fino al 15%), in particolare saccarosio e levulosio di acidi organici di vitamine in particolare Vit. A, Vitamine del gruppo B, Vitamina C e proteine. Il componente principale del gambo di Ananas è rappresentato dalla bromelina, che appare oramai come una famiglia di proteinasi (enzimi proteolitici), nella quale sono state identificate fino ad ora almeno 8 frazioni diverse1. Le attività biologiche e gli impieghi clinici descritti per l’Ananas comosus sono essenzialmente dovuti alla bromelina2, una miscela di enzimi proteolitici sulfidrilici dotata di numerose e importanti attività3. L’attività anti edematosa ed antiinfiammatoria della bromelina è risultata evidente in diversi modelli sperimentali. Queste attività sono state confermate nel corso degli anni anche nell’uomo, dove la bromelina è risultata utile nel ridurre la componente infiammatoria ed edematosa in patologie diverse. In una sperimentazione clinica in doppio cieco, controllata con placebo, la somministrazione orale di bromelina ha dimostrato di ridurre l’edema flogistico secondario all’estrazione di un dente molare, in una percentuale variabile fra il 6 ed il 15%4. Recenti studi suggeriscono che la bromelina potrebbe essere efficace anche nel trattamento di patologie infiammatorie intestinali. In modelli sperimentali, Il trattamento con bromelina ha diminuito i segni clinici e istologici di coliti spontanee e di colon infiammato. L’attività antinfiammatoria sembra essere legata ad una interazione della bromelina sulla lipo-ossigenasi, con il risultato di ridurre la sintesi di sostanze flogogene e ridurre la vasodilatazione, oltre che ad un incremento della depolimerizzazione della fibrina ed  un’inibizione dell’aggregazione piastrinica5. Tutti questi fattori favoriscono il ripristino di una corretta permeabilità della parete vascolare (condizione alterata nell’infiammazione), favorendo così il riassorbimento del materiale edematoso e riducendone la stasi nei tessuti circostanti13. Inoltre la bromelina sembra essere molto efficace anche nel migliorare a funzionalità muscolare dopo intensa attività fisica. La bromelina è stata investigata in un piccolo studio clinico, otto pazienti affetti da pitiriasi lichenoide cronica, che di per sé non è una malattia molto frequente e di origine non bene nota, ma spesso riguarda l’età pediatrica6. Dopo tre mesi di trattamento orale con bromelina è stata ottenuta una completa risoluzione clinica. Si trovano in commercio integratori alimentari a base di bromelina, che favorirebbero la digestione degli alimenti proteici7. Studi recenti indicano che la bromelina possiede effetti antitumorali, infatti in alcuni modelli sperimentali sembra interferire con la replicazione e la crescita di cellule maligne8. Dal gusto dolce con tendenza all’acido finale agisce in MTC rinforzando il sistema milza-stomaco-pancreas ed il suo colore ne è una conferma. Ha una azione rinfrescante poiché purifica i tessuti dall’eccesso di calore dissolvendo i sintomi da vento-umidità. Ha funzione nutritiva dello YIN.   BIBLIOGRAFIA Batkin S, Taussing SJ, Szekerezes J. Antimetastatic effect of bromelain with or without its proteolytic and anticoagulant activity. J Cancer Res Clin Oncol. 1988; 114:507-508 1-Crude bromelain extracts from pineapple stems were fractionated by two-step FPLC-cation-exchangechromatography. At least eight basic proteolytically active components were detected (…).” (Harrach T, Eckert K, Schulze-Forster K, Nuck R, Grunow D, Maurer HR. Isolation and partial characterization of basic proteinases from stem bromelain. Journal of Protein Chemistry 1995; 14: 41-52). 2-Maurer HR. Bromelain: biochemistry, pharmacology and medical use. Cell Mol Life Sci. 2001 Aug;58(9):1234-45. 3-“Effects of orally administered bromelain in an ovalbumin (OVA)-induced murine model of acute allergic airway disease (AAD). Oral bromelain significantly reduced BAL CD19+ B cells (P)compared with controls”. (Secor ER, Carson WF, Singh A, Pensa M, Guernsey LA, Schramm CM, Thrall RS. Oral Bromelain Attenuates Inflammation in an Ovalbumin-induced Murine Model of Asthma. Evid Based Complement Alternat Med. 2008 Mar;5(1):61-9) 4-“Exposure to bromelain in vitro has been shown to remove a number of cell surface molecules that are vital to leukocyte trafficking, including CD128a/CXCR1 and CD128b/CXCR2 that serve as receptors for the neutrophil chemoattractant IL-8 and its murine homologues. Using an in vitro chemotaxis assay, we demonstrated a 40% reduction in migration of bromelain- vs. sham-treated human neutrophils in response to rhIL-8… In vivo bromelain treatment generated a 50-85% reduction in neutrophil migration in 3 different murine models of leukocyte migration into the inflamed peritoneal cavity.” (Fitzhugh DJ, Shan S, Dewhirst MW, Hale LP. Bromelain treatment decreases neutrophil migration to sites of inflammation. Clin Immunol. 2008 Jul; 128(1):66-74). 5-Maurer HR. Bromelain: biochemistry, pharmacology and medical use. Cell Mol Life Sci. 2001 Aug; 58(9):1234-45 6-Roxas M. The role of enzyme supplementation in digestive disorders. Altern Med Rev. 2008 Dec; 13(4):307-14. 7-“Bromelain treatment resulted in upregulation of p53 and Bax and subsequent activation of caspase 3 and caspase 9 with concomitant decrease in Bcl-2. A marked inhibition in cyclooxygenase-2 (Cox-2) expression and inactivation of nuclear factorkappa B (NF-kappaB) was recorded, as phosphorylation and consequent degradation of I kappa B alpha was blocked by bromelain. Also, bromelain treatment curtailed extracellular signal regulated protein kinase (ERK1/2), p38 mitogen-activated protein kinase (MAPK) and Akt activity. The basis of anti tumor-initiating activity of bromelain was revealed by its time dependent reduction in DNA nick formation and increase in percentage prevention. Thus, modulation of inappropriate cell signaling cascades driven by bromelain is a coherent approach in achieving chemoprevention.” (Bhui K, Prasad S, George J, Shukla Y. Bromelain inhibits COX-2 expression by blocking the activation of MAPK regulated NF-kappa B against skin tumor-initiation triggering mitochondrial death pathway. Cancer Lett. 2009 Sep 18; 282(2):167-76). 8-”The antitumor and antimetastatic activities of the plant cysteine endoproteinase bromelaine were evaluated in a murine model. Syngeneic sarcoma L-1 cells were incubated with bromelaine (after preceeding time and dosage kinetics) and subcutaneously; (s.c.) or intravenously; (i.v.) inoculated into BALB/c-mice (n = 5 per experimental group) to induce local tumor growth or lung colonization. Compared to non-protease incubated L-1 cells, local tumor growth and experimental lung metastasis decreased significantly (p < 0.05). After bromelaine incubation of the tumor cells. Sarcoma L-1 cells induced local tumor growth after s.c. inoculation and lung colonization after i.v. injection. Intraperitoneal (i.p.) or s.c. administration of bromelaine (optimal dosage and time schedule tested in preceeding kinetic studies) significantly (p < 0.05) reduced local tumor weight, however, lung colonization was non-significantly reduced. Bromelaine incubation of sarcoma L-1 cells significantly reduced their tumorigenic/metastatic capacities. Bromelaine treatment after tumor cell inoculation significantly reduced local tumor growth, experimental lung metastasis, however, to a lesser, non-significant degree.” (Beuth J, Braun JM. Modulation of murine tumor growth and colonization by bromelaine, an extract of the pineapple plant (Ananas comosum L.). In Vivo. 2005 Mar-Apr; 19(2):483-5.)
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    Auricularia auriculajudae
    5 Novembre 2017
    Auricularia auricula-judae  L’Auricularia cresce in condizione mutualistica su tronchi e rami secchi. Ha l’aspetto di un disco gelatinoso a forma di orecchio, morbido quando è fresco e che tende a divenire duro quando secco. Il suo gambo è assente o appena pronunciato. L’Auricularia, nel cui corpo fruttifero è presente melanina, produce diversi polisaccaridi che hanno una varietà di funzioni, da quella immunostimolante a quella di stimolare la produzione di interferone e interleuchine che entrano attivamente nel metabolismo delle cellule animali. È stato inoltre riscontrato che hanno effetti, cardiovascolari e ipocolesterolemici, antivirali, antibatterici e antiparassitari.  L’Auricularia è utilizzato come fungo terapeutico in Cina da molti secoli. In particolare le sue applicazioni trovano riscontro nella cura delle emorroidi, per rafforzare l’organismo e grazie ai suoi polisaccaridi per sostenere e stimolare il sistema immunitario.     BIBLIOGRAFIA Yu Zou, Wenzhong Hu, Kun Ma, and Mixia Tian Physicochemical Properties and Antioxidant Activities of Melanin and Fractions from Auricularia auricula Fruiting Bodies Food Sci. Biotechnol. 24(1): 15-21 (2015) Lindequist. U., Niedermeyer.T.H.J. and Julich, W.D. 2005 The pharmacological potential of mushrooms, eCAM.2:285-299 M.Rai,S.C. Mandal And K. Acharya Evalutation of pharmacognostic profile of Auricularia auricula, J Mycopathol. Univ. Of Kolkata Res 44(2) : 321-322 2006. Moore, D., Robson, G.D. & Trinci, A.P.J. (2011). 21st Century Guidebook to Fungi. Cambridge, UK: Cambridge University Press. ISBN: 9780521186957.  Chang, S.-T. (2008). Overview of mushroom cultivation and utilization as functional foods. In: Mushrooms as Functional Foods (ed. P.C.K. Cheung), pp. 1–33. Hoboken, NJ: Wiley. ISBN: 9780470054062. Wasser, S.P. & Weis, A.L. (1999). Therapeutic effects of substances occurring in higher basidiomycetes mushrooms: A modern perspective. Critical Reviews in Immunology, 19: 65-96.  
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    Altea
    7 Gennaio 2018
    Althaea officinalis L. Altea è una pianta perenne, dal fusto robusto, è diffusa nell’Italia settentrionale e centrale, predilige luoghi umidi e freschi e le vicinanze dei corsi d’acqua. Arrivata in Europa dalle lontane pianure dell’Asia da più di duemila anni ha trovato nel territorio Italiano un ottimo luogo dove prosperare. Per tutto il Medio-Evo fu una delle piante più utilizzate e sfruttate nei monasteri.  Le parti utilizzate sono la radice raccolta in autunno, i fiori in luglio ed agosto. E’ una pianta ricca in mucillagini, sali minerali, Vit.C, glicosidi, flavonoidi ed ha proprietà sedative della tosse, emollienti e lenitive.  Manifesta azione positiva sul benessere della gola e dell’apparato respiratorio. Il macerato della radice fresca, che noi utilizziamo nei nostri prodotti,  cede una notevole quantità di mucillagini, ossia componenti mucopolisaccaridici che hanno un effetto lenitivo e sfiammante sulle mucose; ciò risulta particolarmente utile per sedare tossi irritative, secche, stizzose, spesso resistenti ad ogni trattamento farmacologico; addensando il prodotto finito ha anche l’effetto di aumentare il contatto delle mucose delle prime vie aeree con i componenti attivi e quindi di migliorare l’attività salutistica degli stessi. Da alcuni studi è emersa la proprietà immunostimolante ed antiinfiammatoria.   BIBLIOGRAFIA Franz G (1966). Die Schleimpolysaccharide von Althaea officinalis und Malva silvestris. Planta Med., 14: 90-110. Gudej J (1989). Determination of flavonoids in leaves, flowers and roots of Althaea officinalis L. Pharm. Pol., 46: 153-155. Ionkova I (1992). Alternative sources of biological active substances from Althaea officinalis L. var. Rusalka. CR Acad. Bulg. Sci., 9: 137- 141. Scheffer J, Wagner H, Proksch A (1991). Radix althaeae und Flores chamomillae Extrakte auf Entzündungsreaktionen humaner neutrophiler Granulozyten, Monozyten und Rattenmastzellen. In: Abstracts of the Third Phytotherapy Congress. Lübeck-Travemünde: Abstract P9. Nosal’ova G, Saab BR, Pashayan N, El CS (1992). Antitussive efficacy of the complex extract and the polysaccharide of marshmallow (Althaea officinalis L. var. Robusta). Pharm., 47: 224-226 Hage-Sleiman R, Mroueh M, Daher CR. 2011. Pharmacological evaluation of aqueous extract of Althaea officinalis flower grown in Lebanon. Pharm Biol, 49: 327-333.
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    Aloe
    7 Gennaio 2018
    Aloe Vera L’aloe vera estratto liofilizzato è ricavato dalla polpa delle foglie di aloe, esculdendo l’aloina (potente antrachinonico ad azione purgante) presente nelle ghiandole della pagina inferiore della foglia; è ricco in polisaccaridi di tipo acemannano, i quali svolgono diverse azioni benefiche all’interno dell’organismo: hanno azione probiotica (cioè stimolano la crescita della flora intestinale) e in questo modo favoriscono anche un miglior funzionamento del sistema immunitario; hanno azione lenitiva e sfiammante su tutto il tratto gastrointestinale; a dosi sufficienti svolgono una certa azione detossinante e sfiammante a livello di tutto l’organismo. Aloe barbadensis Miller (A.vera L.) è una pianta originaria della parte settentrionale del continente Africano ed in seguito coltivata nelle Antille da cui Aloe delle Barbade. La droga della pianta è costituita dal succo essiccato che viene ottenuto dalle foglie dalle quali generalmente, una volta tagliate ne viene lasciato scolare il succo che successivamente viene lasciato condensare naturalmente oppure per macerazione delle foglie tagliuzzate e successiva bollitura del liquido ottenuto. Nel succo di Aloe troviamo principalmente dei C-glicosidi detti aloine, in particolare barbaloina. La concentrazione più alta si trova nelle foglie giovani mature, mentre decresce nelle foglie più vecchie verso la base della pianta. Quando si parla di Aloe gel bisogna tenere presente che è un prodotto ottenuto per spremitura e privo di derivati antrachinonici. Come principio l’aloe agisce prevalentemente sulla porzione terminale dell’intestino ed è proprio quando desideriamo avere beneficio su questo distretto che lo assumeremo preferibilmente alla sera. I composti in particolare antrachinonici della nostra pianta non sono solamente responsabili del profilo positivo sulla motilità intestinale, comportandosi da profarmaci, promuovendo la formazione di aglicone nel colon ad opera della flora batterica residente ma i glucosidi antrachinonici le conferiscono anche azione antibatterica ed antimicotica mentre le mucillagini sono per lo più emollienti.
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    Acerola
    8 Gennaio 2018
    Malpighia punicifolia L. L’Acerola è albero di piccole dimensioni che cresce nelle aree  dei Caraibi e nel Centro e Sud America. Nella medicina tradizionale, il suo frutto è stato usato per trattare la diarrea, l’artrite, la febbre e problemi ai reni, al cuore e al fegato. Altre sostanze importanti trovate nell’acerola includono bioflavonoidi, antocianine,  magnesio, acido pantotenico e vitamina A facendone un vero e proprio “functional food”. L’Acerola è principalmente conosciuta come importante fonte di vitamina C, contenendone più di cinquanta volte quella delle arance. Grazie ai suoi costituenti, manifesta interessanti proprietà antiossidanti. Come molte altre piante, l’acerola ha proprietà antibatteriche e antimicotiche.  Esperimenti recenti con vari preparati a base di acerola hanno suggerito diverse attività biologiche tra cui quella anti-cancerogena azione inibitoria contro il nitrico conproduzione di ossidi (Wakabayashi e altri 2003), anti-iperglicemico e nella prevenzione della dislipidemia e delle sue complicanze.   BIBLIOGRAFIA Hassimotto NM, Genovese MI, Lajolo FM, et al. Antioxidant activity of dietary fruits, vegetables, and commercial frozen fruit pulps. J Agric Food Chem . 2005;53:2928–35. Motohashi N, Wakabayashi H, Kurihara T, et al. Biological activity of barbados cherry (acerola fruits, fruit of Malpighia emarginata DC) extracts and fractions. Phytother Res . 2004;18:212–23. Hanamura T, Hagiwara T, Kawagishi H. 2005. Structural and functional characterization of polyphenols isolated from acerola (Malpighia emarginata DC.) fruit. Biosci Biotechnol Biochem 69:280-6. Nagamine I, Akiyama T, Kainuma M, Kumagai H, Satoh H, Yamada K, Yano T, Sakurai H. 2002. Effect of acerola cherry extract on cell proliferation and activation of Ras signal pathway at the promotion stage of lung tumorigenesis in mice. J.Nutr.Sci.Vitaminol. 48(1):69-72 Hanamura T, Mayama C, Aoki H, Hirayama Y, Shimizu M. 2006. Antihyperglycemic effect of polyphenols from Acerola (Malpighia emarginata DC.) fruit. Biosci Biotechnol Biochem 70(8):1813-20. Barbalho SM, Damasceno DC, Spada APM, Palhares M, Martuchi KA, Oshiiwa M, Sazaki V, Da Silva, VS. 2011. Evaluation of glycemic and lipid profile of offspring of diabetic Wistar rats treated with Malpighia emarginata Juice. Experimental Diabetes Res doi:10.1155/2011/173647.
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    Caentella asiatica
    9 Gennaio 2018
    Hydrocotyle asiatica L. E’ una pianta erbacea tipica delle zone tropicali. Cresce orizzontale al suolo ed a causa della sua importanza medica soprattutto nella medicina popolare è stata coltivata con successo in molte altre parti del mondo. Alcune monografie della pianta descrivono principalmente i suoi effetti di guarigione delle ferite e di miglioramento della memoria. Oltre all’effetto neuroprotettivo di C. asiatica è stato segnalato possedere una vasta gamma di attività biologiche, anti-infiammatorio, antiulcera, epatoprotettivo, immunostimolante, antivirale, antibatterico, antiossidante e nella insufficienza venosa. La maggior parte di queste importanti attività sono ascrivibili alla presenza di derivati triterpenici, compreso acido asiatico, acido madecassico, asiaticoside, madecassoside e acido brahmico e di polisaccaridi,  flavonoidi, quercetina, rutina, apigenina.   BIBLIOGRAFIA J. R. Howes and P. Houghton, “Plants used in Chinese and Indian traditional medicine for improvement of memory and cognitive function,” Pharmacology Biochemistry and Behavior, vol. 75, no. 3, pp. 513–527, 2003 N. Somchit, M. R. Sulaiman, A. Zuraini et al., “Antinociceptive and antiinflammatory effects of Centella asiatica,” Indian Journal of Pharmacology, vol. 36, no. 6, pp. 377–380, 2004 George, L. Joseph, and Ramaswamy, “Anti-allergic, antipruritic, and anti-inflammatory activities of Centella asiatica extracts,” African Journal of Traditional, Complementary and Alternative Medicines, vol. 6, no. 4, pp. 554–559, 2009. L. Cheng and M. W. L. Koo, “Effects of Centella asiatica on ethanol induced gastric mucosal lesions in rats,” Life Sciences, vol. 67, no. 21, pp. 2647–2653, 2000. S. Wang, Q. Dong, J. P. Zuo, and J. N. Fang, “Structure and potential immunological activity of a pectin from Centella asiatica (L.) Urban,” Carbohydrate Research, vol. 338, no. 22, pp. 2393–2402, 2003 P. Pointel, H. Boccalon, and M. Cloarec, “Titrated extract of Centella asiatica (TECA) in the treatment of venous insuffi- ciency of the lower limbs,” Angiology, vol. 38, no. 1, pp. 46–50, 1987 R. Cesarone, G. Belcaro, A. Rulo et al., “Microcirculatory effects of total triterpenic fraction of Centella asiatica in chronic venous hypertension: measurement by laser Doppler, TcPo2-co2, and leg volumetry,” Angiology, vol. 52, no. 10, pp. S45–S48, 2001 Yoosook, N. Bunyapraphatsara, Y. Boonyakiat, and C. Kantasuk, “Anti-herpes simplex virus activities of crude water extracts of Thai medicinal plants,” Phytomedicine, vol. 6, no. 6, pp. 411–419, 2000. R. Zaidan, A. Noor Rain, A. R. Badrul, A. Adlin, A. Norazah, and I. Zakiah, “In vitro screening of five local medicinal plants for antibacterial activity using disc diffusion method,” Tropical Biomedicine, vol. 22, no. 2, pp. 165–170, 2005. A. Hamid, Z. Shah, R. Muse, and S. Mohamed, “Characterisation of antioxidative activities of various extracts of Centella asiatica (L) Urban,” Food Chemistry, vol. 77, no. 4, pp. 465– 469, 2002.
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    camelia sinensis var-assamica
    9 Gennaio 2018
    Tea- Pu-erh tea  Storicamente, i giapponesi hanno da sempre iniziato ad utilizzare le piante per sfruttarne le caratteristiche aromatiche, alimentari, medicinali e per attività rituali.  In questo modo sono state accumulate esperienze e conoscenze formidabili che arrivano ad esempio fino ad oggi nella cerimonia del tea, dove medicina, spiritualità e senso estetico si fondono.Il tea in generale sta diventando sempre più popolare in molti paesi grazie ai costituenti salutistici, come le catechine, che sembrano essere di aiuto nelle malattie vascolari, come antiossidanti e nel diabete di tipo II. Oggi, il sistema medico giapponese ha una nuova direzione, la quale integra la medicina tradizionale con quella occidentale ed complementare. Un volume di dati scientifici vengono costantemente raccolti perché le sinergie tra i due sistemi medicinali per la medicina integrativa si stanno rivelando molto significative. Il tea è la seconda bevanda piùutilizzata al mondo dopo l’acqua. Quasi tutti i tea sono fatti dalla pianta della Camelia sinensis e si differenziano fondamentalmente dalla procedure utilizzate per trattarne le foglie. La varietà che noi utilizziamo nei nostri prodotti è il Pu-erh che subisce un procedimento di fermentazione unico nel suo genere. La coltivazione avviene da secoli prevalentemente in una sola regione, quella dello Yunnan e poche altre zone limitrofe. La storia del Pu-erh è molto interessante, infatti venne utilizzato fin da subito come medicina e solo in seguito come una comune bevanda. Tradizionalmente, era considerato fondamentale nei contesti etnomedici per la sua capacità di rafforzare il sistema immunitario, migliorare la circolazione, equilibrare i livelli di caldo e freddo del corpo, disintossicare il sangue, curare reumatismi e calcoli, come rimedio nel mal di testa, allentare lo stress e trattare i problemi di stomaco. Le foglie di tea dalle quali si ottiene il Pu-erh è appartengono a circa 12 varietà di tea a causa della presenza negli ambienti montani anche di varietà selvatiche e native. Tutta questa biodiversità crea un’interessantissima varietà in termini di profili sensoriali e di varianti fitochimiche. Le diverse popolazioni autoctone dello Yunnan, che costituiscono veri e propri gruppi socio-linguistici si occupano da sempre della coltivazione e produzione del Pu-erh alternando i campi coltivati veri e propri, alla crescita nativa nelle foreste a quelli che vengono chiamati gushu cha yuen gli antichi giardini del tea della foresta. Il tea Pu-erh è ottenuto dai giovani boccioli terminali e dalle foglie adiacenti delle piante del tea raccolte prevalentemente a mano da metà Marzo fino a metà Maggio. Durante la stagione invernale gli agricoltori possono occasionalmente raccogliere vecchie foglie di tea per la preparazione di tea tonici o del “tè invernale”. Pu-erh può essere trasformato in un tè nero, verde o post-fermentato, sfuso o compresso. Dopo la raccolta, le foglie vengono trasformate in un tè sfuso, verde, essiccato al sole che è la materia prima per il pu-erh verde pressato, pu-erh nvecchiato verde pressato oppure pu-erh pressato  nero post-fermentato. Pu-erh, è una fonte di polifenoli, alcaloidi, proteine e amminoacidi, oltre che carboidrati, pigmenti, lipidi, minerali, vitamine e composti aromatici. Il consumo di polifenoli, i costituenti più importanti delle foglie di Pu-erh, è associato con una diminuzione nell’incidenza di patologie croniche. Le catechine, un gruppo di monomeri polifenolici derivati del gallato, sono i polifenoli primari responsabili delle affermazioni positive relative alla salute assieme a teobromina, teofillina, la caffeina, aminoacidi e loro derivati come teanina, proantocianidine, acido gallico, cumarine e acidi caffeici. I Pu-erh neri post-fermentati differiscono da tutti gli altri tipi di tè nero a causa della disattivazione degli enzimi fogliari durante il naturale processo di fermentazione per azione dei microrganismi coinvolti. In tale situazione i polifenoli chiamati in gioco nell’ossidazione enzimatica e la degradazione dei composti della catechina portano alla formazione di nuovi costituenti chimici comprese le statine come anche le concentrazioni di teobromina aumentano. Questo singolare processo ci dona un prodotto che è un vero e proprio tea medicato, con una gamma di effetti protettivi sulla salute, tra cui attività anti-aterosclerotica, anti-allergico anti-ossidante, anti-fibrotico, ipo-lipidemico, ipocolesterolemici, anti-obesità, anti-virali, antimicrobici, anticancerogeni, effetti anti-diabetici e neuro-protettivi.   BIBLIOGRAFIA Abe, M., Takaoka, N., Idemoto, Y., Takagi, C., Imai, T., Nakasaki, K., 2008. Characteristic fungi observed in the fermentation process for Puer tea. International Journal of Food Microbiology 124, 199e203. Ahmed, S., Unachukwu, U., Stepp, J.R., Peters, C.M., Chunlin, L., Kennelly, E., 2010a. Pu-erh tea tasting in Yunnan, China: correlation of drinkers’ perceptions to phytochemistry. Journal of Ethnopharmacology, 132,176e132,185 Ahmed, S., 2011. Biodiversity and Ethnography of Tea Management Systems in Yunnan, China. Dissertation submitted to the Graduate Center of the City University of New York, New York Cao, Z.H., Gu, D.H., Lin, Q.Y., Xu, Z.Q., Huang, Q.C., Rao, H., Liu, E.W., Jia, J.J., Ge, C.R., 2010. Effect of pu-erh tea on body fat and lipid profiles in rats with diet-induced obesity. Phytotherapy Research 25 (2), 234e238. 1. Chen, J., Wang, P., Xia, Y., Xu, M., Pei, S., 2005. Genetic diversity and differentiation of Camellia sinensis L. (cultivated tea) and its wild relatives in Yunnan province of China, revealed by morphology, biochemistry and allozyme studies. 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    Cannella di Ceylon
    9 Gennaio 2018
    Cinnamomum zeylanicum blume. E’ originaria dell’India e di Ceylon, la droga è costituita dalla corteccia dei rami giovani e la si riconosce per essere reperita in doppi tubi avvolti di varia lunghezza. Caratteristico il suo odore aromatico così come il sapore. Si contraddistingue per essere particolarmente ricca nelle cellule del parenchima in aldeidi, eugenolo e mucillagini caratteristiche, inoltre per le sue concentrazioni di tannini manifesta azione astringente e tonica. Stimola il sistema nervoso ed è antisettica, antielmintica. Regolarizza  il transito intestinale, è antiossidante, favorisce l’eliminazione dei gas intestinali, entra nel metabolismo dei carboidrati.
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    Carbonato di calcio
    9 Gennaio 2018
    Il carbonato di calcio è un sale inorganico. In presenza dell’ambiente acido dello stomaco, una dose bilanciata di calcio carbonato agisce meccanicamente creando un ambiente ostile alla risalita dei succhi gastrici verso l’esofago. Esso fornisce quindi un sollievo sintomatico in caso di dispepsia e reflusso acido gastrico.
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    Cardamono
    9 Gennaio 2018
    Elettaria cardamomum  Il cardamomo (Elettaria cardamomum) è una pianta perenne originaria delle foreste sempreverdi dell’India meridionale con foglie glabre ordinatamente disposte lungo spessi gambi carnosi ed i suoi fiori si sviluppano in piccole capsule verdi, bianche o marroni, ciascuna contenente diversi semi. Fin dai tempi più antichi è stata molto apprezzata per le caratteristiche del sapore e dell’aroma esotico. L’aroma di olio essenziale di cardamomo è caldo-speziato, dolce, alquanto floreale e canforato, quasi inebriante. La sua natura è quella di eliminare frazionando le tensioni, calma la mente, creando una situazione di pace nella quale prendere pensare e meditare. Il cardamomo può anche avere un effetto ringiovanente su coloro che si sentono esausti dalle sfide della vita. Nella medicina ayurvedica il cardamomo, Ela in sanscrito, è utilizzato per stimolare la digestione, alleviare gli spasmi intestinali e il dolore, per sedare la tosse, aumentare la potenza sessuale, alleviare il singhiozzo, prevenire la nausea e reindirizzare il flusso del vata verso il basso. Regola il flusso del Prana nel tratto digestivo, il che significa anche che regola il flusso del Prana nel modo in cui digeriamo le nostre percezioni del mondo e in che modo le assimiliamo. Viene da sempre impiegato come carminativo, digestivo, antispasmodico, antinfiammatorio, analgesico ed antiemetico. In MTC, il cardamomo è indicato per condizioni di umidità che influenzano le funzioni di assimilazione (rappresentate dalla Milza), come congestione addominale e toracica (a volte associata a tosse e dispnea) e perdita di appetito.   BIBLIOGRAFIA Pole, S. (2006). Ayurvedic Medicine. Philadelphia, PA: Churchill Livingstone Elsevier. Lad V and Frawley D. (1986). The Yoga of Herbs. Lotus Press. Wood, M. (2008). The Earthwise Herbal: A complete guide to old world medicinal plants. Berkeley, CA: North Atlantic Books.
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    Carica papaya
    9 Gennaio 2018
    Carica Papaya L E’ una albero con tronco carnoso, originario dell’America centrale ed è floridamente coltivato in tutti i tropici, i frutti sono delle grosse bacche di 20-30 cm di diametro che possono arrivare a pesare anche 5Kg. La droga è costituita dal lattice, di sapore caratteristico debolmente salato che viene estratto incidendo i frutti quasi a maturazione. Per dissoluzione in acqua del succo così ottenuto e successiva precipitazione alcolica, si ottiene la papaina purificata che manifesta una spiccata attività proteolitica. Tale attività dell’enzima papaina, favorisce la digestione in particolare dei cibi proteici, e agisce come antinfiammatorio andando a neutralizzare i mediatori stessi dell’infiammazione; favorisce lo svuotamento gastrico e l’ottimale digestione dei cibi. Il frutto contiene proteine, grassi, fibre, carboidrati, minerali: calcio, fosforo, ferro, vitamina C, Vit B9,niacina B3, tiamina, riboflavina B2, carotenoidi, amminoacidi, flavonoidi,  acidi citrico e malico ed un basso contenuto di calorie. Viene utilizzato come carminativo, digestivo, diuretico.   BIBLIOGRAFIA Indian Materia Medica by K M Nadkarni, 1Edn by A. K. Nadkarni, Popular Prakashan Pvt. Ltd, Bombay, 1954, pp.273-277 Chan H-T, Tang C-S. The chemistry and biochemistry of papaya. In Inglett GE, Charolambous G (Eds) Tropical Foods (Vol I), Academic Press, New York. 1979 Maugini E. Manuale di Botanica Farmaceutica, 1988.Piccin
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    Chondrus
    9 Gennaio 2018
    Chondruss crispus Lyngb. Questa alga, detta anche muschio Irlandese prende uno dei suoi nomi volgari dalla cittadina marittima di Carragheen situata sulle coste meridionali dell’Irlanda. Dal sapore dolce salato e dall’aspetto ramificato cespuglioso di color vinaccia contiene clorofilla, zolfo, proteine per il 10%. Queste alghe  vengono raccolte nelle giornate estive ed  umide, lavate con acqua di mare ed essiccate per un giorno e tale operazione si ripete per bene tre volte. Risulta ricca anche in mucillagini, sali minerali, aminoacidi e provitamina D. Fluidifica le secrezioni bronchiali, favorisce la funzione digestiva, regolarizza il transito intestinale ed ha una azione emolliente e lenitiva delle vie urinarie. Nella medicina tradizionale cinese viene indicato per tonificare lo Yin, rinfrescante e diuretico.   BIBLIOGRAFIA Nwosu, F.; Morris, J.; Lund, V.A.; Stewart, D.; Ross, H.A.; McDougall, G.J. Anti-proliferative and potential anti-diabetic effects of phenolic-rich extracts from edible marine algae. Food Chem. 2011, 126, 1006–1012. Sangha, J.S.; Di, F.; Banskota, A.H.; Stefanova, R.; Khan, W.; Hafting, J.; Craigie, J.S.; Critchley, A.T.; Prithiviraj, B. Bioactive components of the edible strain of red alga, Chondrus crispus, enhance oxidative stress tolerance in Caenorhabditis elegans. J. Func. Foods 2013, 5, 1180–1190. Banskota, A.H.; Stefanova, R.; Sperker, S.; Lall, S.; Craigie, J.S.; Hafting, J.F. Lipids isolated from the cultivated red alga Chondrus crispus inhibit nitric oxide production. J. Appl. Phycol. 2014, 26, 1565–1571
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    Cicoria
    9 Gennaio 2018
    Fruttooligosaccaridi di cicoria FOS.  La cicoria era coltivata fin dagli antichi egizi come pianta medicinale, tanto da essere citata nel papiro di Ebers. Negli anni ’70 fu scoperto che la radice di cicoria poteva contenere fino al 40% di inulina, che ha un impatto trascurabile sullo zucchero nel sangue e quindi che è adatta per i diabetici. Da questo punto in avanti l’interesse sulla cicoria è andato sempre più aumentando.  La cicoria è una pianta importante dal punto di vista medico in tutta l’Eurasia e in alcune parti dell’Africa ed a causa della sua vasta distribuzione ed introduzione, è utilizzata nelle medicine tradizionali, etniche e di folclore di quasi tutto il mondo offrendo sostanze fitochimiche distribuite in tutta la pianta anche se i contenuti principali sono presenti nella radice. Secondo la monografia europea di valutazione, l’uso tradizionale di radici della cicoria include il sollievo dei sintomi legati al lieve disturbi digestivi (come sensazione di pienezza addominale, flatulenza e digestione lenta) e temporanea perdita di appetito. Diverse sono le attività farmacologiche che hanno interessato gli studi diretti su questa pianta ed in particolare le proprietà antibatteriche, antielmintiche dei suoi tannini e dei lattoni sesquiterpenici, ed epatoprotettrici. Di particolare interesse sono i FOS, frutto-oligosaccaridi,  resistenti alla digestione nello stomaco e nell’intestino tenue per la particolare configurazione chimica che li rende inattaccabili dagli enzimi digestivi dell’uomo, si comportano quindi composti indigeribili e vengono scissi in catene più corte a formare butirrato, acetato, propionato, oltre che idrogeno, idrogeno solfuro, metano, lattato, piruvato succinato, da un limitato numero di batteri presenti nel colon.  Si attua così una possibile selezione nell’ecosistema intestinale in favore di bifidobatteri e quindi potremmo definirli bifidogeni o prebiotici. I FOS possono avere azione anticarcinogena, antimicrobica, ipolipidemizzante  diminuita sintesi epatica dei trigliceridi ed inibizione (HMG-CoA reduttasi) infatti HMG-CoA è l’enzima chiave nella sintesi del colesterolo esercitata dal propionato che è uno dei prodotti della frammentazione dei FOS ed ipoglicemiche poiché lo stesso propionato per il meccanismo precedente ed a cascata  aumenta la glicolisi attraverso la deplezione di citrato che è un inibitore allosterico della fosfofruttochinasi a livello epatico. Ne consegue che andremo anche a migliorare  l’assorbimento e l’equilibrio minerale esercitando pertanto effetti antiosteoporotici ed anti-osteopenici. L’effetto anticancerogeno potrebbe essere spiegato dall’attività del butirrato, che non dimentichiamolo è una importantissima sostanza energetica per le cellule del colon. Infatti questo acido grasso a catena corta che viene prodotto dalla frammentazione dei FOS nel colon, regola anche il processo di apoptosi cellulare. Aumenteranno le concentrazioni di calcio e magnesio a livello del colon, contribuendo in tal modo a controllare la crescita cellulare. Questo è spiegabile poiché alte concentrazioni di calcio nel colon possono portare alla formazione di sali insolubili di acidi grassi, con una conseguente diminuzione degli effetti dannosi di questi acidi sulle cellule intestinali. Inoltre la selezione dell’ecosistema intestinale a favore dei bifidobatteri produce una inibizione della crescita di batteri patogeni che causano sovente la diarrea (Clostridium perfrigens e Escherichia coli).   BIBLIOGRAFIA P. Bais and G. A. Ravishankar, “Cichorium intybus L.—cultivation, processing, utility, value addition and biotechnology, with an emphasis on current status and future prospects,” Journal of the Science of Food and Agriculture, vol. 81, no. 5, pp. 467– 484, 2001. Judzentien ˇ e and J. B ˙ udien ¯ e, “Volatile constituents from aerial ˙ parts and roots of Cichorium intybus L. (chicory) grown in Lithuania,” Chemija, vol. 19, pp. 25–28, 2008. P. Bais and G. A. Ravishankar, “Cichorium intybus L.—cultivation, processing, utility, value addition and biotechnology, with an emphasis on current status and future prospects,” Journal of the Science of Food and Agriculture, vol. 81, no. 5, pp. 467– 484, 2001. European Medicines Agency, “Community herbal monograph on Cichorium intybus L., radix,” EMA/HMPC/121816/2010, 2012 Gazzani, M. Daglia, A. Papetti, and C. Gregotti, “In vitro and ex vivo anti- and prooxidant components of Cichorium intybus,” Journal of Pharmaceutical and Biomedical Analysis, vol. 23, no. 1, pp. 127–133, 2000. Shaikh, R. A. Rub, and S. Sasikumar, “Antimicrobial screening of Cichorium intybus seed extracts,” Arabian Journal of Chemistry, 2012. Nandagopal and R. B. D. Kumari, “Phytochemical and antibacterial studies of chicory (Cichorium intybus L.)—a multipurpose medicinal plant,”Advances in Biological Research, vol. 1, no. 1-2, pp. 17–21, 2007 C. Miller, S. K. Duckett, and J. G. Andrae, “The effect of forage species on performance and gastrointestinal nematode infection in lambs,” Small Ruminant Research, vol. 95, no. 2-3, pp. 188–192, 2011. Fallah Huseini, S. M. Alavian, R. Heshmat, M. R. Heydari, and K. Abolmaali, “The efficacy of Liv-52 on liver cirrhotic patients: a randomized, double-blind, placebo-controlled first approach,” Phytomedicine, vol. 12, no. 9, pp. 619–624, 2005 Kaur and A. K. Gupta, “Applications of inulin and oligofructose in health and nutrition,” Journal of Biosciences, vol. 27, no. 7, pp. 703–714, 2002. Ohta A, Ohtsuki M, Hosoro A, et al Dietary fructo-oligosaccharides prevent osteopenia after gastrectomy. J Nutr. 1988; 128:106-110